A.I.P.A.C., la lettera aperta del presidente ai colleghi

La squadra non corre! Ci sono troppi infortuni! Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Innumerevoli!

E’ vero? Sono forzature da Bar Sport? Partendo da queste considerazioni apparentemente banali ma sempre tremendamente attuali, ritengo doveroso, dopo 3 anni di esperienza come Presidente della nostra Associazione (AIPAC), sottoporre a tutti voi alcune riflessioni!

Sperando che possano servire da stimolo e da confronto per capire, eventualmente correggere ed indirizzare il futuro della nostra magnifica professione!

Negli ultimi anni la figura del Preparatore Atletico di calcio ha subito delle trasformazioni significative, ridisegnandone gli ambiti di intervento e modificandone le competenze.

Oggi il Preparatore Atletico nel calcio opera in staff sempre più numerosi e con più preparatori all’interno (ognuno con ruoli e competenze diverse) e in diversi ambiti:

a) Gestione della prevenzione del calciatore e valutazioni funzionali;
b) Miglioramento della performance del calciatore e test di performance;
c) Analisi della performance del calciatore sia in allenamento sia in gara
d) Gestione del recupero del calciatore dopo l’impegno agonistico;
e) Ultima fase del recupero funzionale dopo un infortunio o fase della riatletizzazione del calciatore;
f) Sviluppo e analisi del calciatore in ambito giovanile, nelle diverse fasce di età.

Come si può ben capire, in ogni diverso settore il nostro operato si deve confrontare con altre figure professionali, come i medici e i fisioterapisti e naturalmente con i tecnici di calcio.

Negli ultimi anni, però, mi pare di assistere ad un tentativo di ridimensionamento del nostro apporto professionale!

La figura del preparatore Atletico non si è per niente valorizzata, anzi!

Se parliamo di prevenzione, il pensiero dominante e anche molto spesso le azioni conseguenti, questa viene ritenuta di pertinenza dell’area sanitaria e quindi prerogativa dei medici e dei fisioterapisti, mentre l’insorgenza di problematiche muscolari è responsabilità del Preparatore.

Su questo, spero che ne conveniate con me, non possiamo essere d’accordo! E la mia è una convinzione forte e sentita!

Il preparatore Atletico deve essere coinvolto direttamente nelle scelte metodologiche e non deve diventare un mero esecutore di tecniche decise da altri.

L’unica figura professionale che ha le competenze per la scelta di tecniche ed esercizi fisici appropriati alle necessità del calciatore è la nostra: per conoscenze culturali, per gli studi fatti, per la visione completa che abbiamo della programmazione del training!

Ora scopriamo, invece, che la prevenzione è responsabilità e prerogativa dei medici e dei fisioterapisti!

Il Preparatore Atletico è molto interessato all’ambito della prevenzione e del mantenimento della salute e del benessere dei nostri calciatori.

Ritengo che sia uno spazio non appaltabile a chicchessia, ferme restando naturalmente le diverse competenze!

Siamo noi come preparatori atletici e come primi collaboratori dell’allenatore, a conoscere nei dettagli il piano di allenamento giornaliero e settimanale, per cui ciò che viene fatto prima della seduta di allenamento o ciò che viene fatto al termine non può assolutissimamente essere disgiunto da ciò che viene fatto nella parte centrale della seduta. Tutto deve essere organizzato in armonia e le proposte dei singoli esercizi devono avere una loro logica consequenzialità!

Le proposte non possono essere calate dall’alto ma ogni metodo di preparazione alla parte centrale della seduta (il riscaldamento o il warm up) deve essere personalizzato alle esigenze di squadra e del singolo. Ugualmente, al termine dell’allenamento, gli esercizi di detensionamento delle catene muscolari devono essere seguiti dai Preparatori Atletici!

Cosi come la prevenzione individuale su ogni singolo calciatore deve essere impostata sulla base di dati certi e analisi dettagliate! E soprattutto con strumenti e mezzi di indagine altissimamente correlati alla prestazione del calciatore.

Mi viene da sorridere quando sento e vedo, anche in ambito internazionale, fisioterapisti farsi opinion leader della prevenzione!

Ma questo purtroppo succede anche perché non siamo riusciti ad imporre la nostra professionalità! È il momento di riappropriarci delle nostre prerogative! Perché poi, quando un calciatore si fa male, la responsabilità è del collega!!

Analoga situazione la viviamo per la gestione del training!

Negli ultimi anni, abbiamo assistito, soprattutto in Italia, ad un tentativo di ridimensionamento degli interventi diretti del Preparatore Atletico nella gestione dell’allenamento della squadra.

Sono stati valorizzati mezzi di allenamento con utilizzo sistematico della palla, relegando spesso il preparatore atletico ad un mero esercizio di controllo del carico esterno.

Sono stati “appaltati” a società esterne i controlli del carico interno!

A noi soltanto la responsabilità se la squadra non è in condizione oppure se qualche nostro giocatore si fa male o se il recupero dopo un infortunio non è ben fatto!

Credo che sia giunto il momento di fare chiarezza e di assumersi ognuno le proprie responsabilità!

Riguardo alle metodologie di allenamento e alla scelta dei mezzi, negli anni abbiamo assistito ad una evoluzione culturale importante della nostra categoria, come altresì molto si sono evoluti i nostri più importanti referenti: gli allenatori!

Questo però, a mio parere, ha generato in tempi storici diversi due problematiche opposte: una prevalenza del lavoro del preparatore Atletico sul lavoro dell’allenatore prima, una situazione opposta oggi! Come sempre ritengo che la virtù sia nel trovare un giusto punto di equilibrio e l’impegno di tutti noi da ora in avanti deve essere proprio indirizzato a questo!

Proprio per questo ritengo opportuno un maggior approfondimento da parte del Preparatore Atletico delle tematiche inerenti agli aspetti tecnico tattici del gioco del calcio per acquisire sempre più competenze specifiche, così come avviene già in altri paesi Europei!

E come abbiamo sempre fatto come categoria e come professionisti singoli, noi la nostra parte la faremo, mettendoci in discussione e rivedendo le nostre convinzioni in base all’evidenza scientifica e alle esperienze che il campo tutti i giorni ci regala!

Così come dobbiamo assolutamente confrontarci e integrarci con le altre figure professionali nella gestione del recupero dopo l’impegno agonistico (recovery strategies) e nella gestione del reinserimento in squadra del calciatore reduce da un infortunio.

Anche in quest’ultimo caso, la proposta metodologica non può e non deve essere disgiunta dal contesto generale in cui si muove il calciatore: gli esercizi e le esercitazioni proposte devono essere altissimamente correlate alla gestualità sport-specifica e i mezzi di allenamento utilizzati per il ritorno alla condizione migliore devono essere in sintonia con le proposte che la squadra usa abitualmente!

Quindi anche maggiori opportunità di lavoro con la creazione di veri e propri staff fisici con un proprio capo staff (Manager Performance o Performance Coordinator).

Ambito diverso ma non meno affascinante il Settore Giovanile!

Anche in questo caso la riflessione deve essere profonda! L’attività giovanile ha un suo percorso che si differenzia nettamente da quello delle Prime Squadre! Le fasce di età sono diverse ed ognuna ha le proprie caratteristiche e necessita di proprie strategie.

Il Preparatore Atletico che lavora in un Settore Giovanile deve essere super specializzato e non deve considerare quella esperienza soltanto come momento di passaggio verso le categorie maggiori.

Ma di questo avremo modo di riparlarne tutti insieme a Napoli il 26 maggio alla Mostra di Oltremare, nel nostro Convegno Nazionale ( e 3° Congresso Internazionale), visto che, non a caso, abbiamo scelto di approfondire proprio le tematiche inerenti al Settore Giovanile!

Sperando di aver fatto cosa gradita, vi invito ad inviarmi le vostre riflessioni al mio indirizzo mail:

presidenza@assopreparatori.it
stefano.fiorini@prosperius.it

Un caro saluto a tutti

Stefano Fiorini

(Il Presidente A.I.P.A.C.)

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