Lacchi: «Felice di tornare al Porta Romana, ritrovo degli amici e ci sono tutte le condizioni per fare bene»

Firenze, 17 maggio 2015 – Intervista a Stefano Lacchi, nuovo allenatore della formazione Juniores Regionali del Porta Romana: «Sono molto contento di tornare al Porta Romana, società nella quale ho militato per oltre dieci anni, prima come giocatore e poi come allenatore, vincendo il campionato di Promozione. Trovo una realtà diversa da quella che ho lasciato tre anni fa, la società ha fatto passi da gigante, ai miei tempi ci allenavamo ancora da Bibe. Vengo da un paio di esperienze non particolarmente fortunate, l’anno scorso a San Giustino mi sono trovato spesso ad allenare 12-13 ragazzi, e non c’era nemmeno una formazione Juniores da cui attingere. Il calcio è prima di tutto una passione, torno a Porta Romana perché ritrovo degli amici e perché ci sono tutte le condizioni per fare calcio ad alti livelli…

La Juniores Regionale? E’ una categoria che non ho mai fatto, ma che ho seguito spesso. Quest’anno ho visto diverse partite del Porta Romana, una squadra che ha fatto benissimo contro le prime della classe, mentre contro le piccole ha avuto un rendimento un po’ altalenante. Come primo anno nella categoria gli arancioneri hanno fatto comunque molto bene, il salto da un provinciale ad un regionale non è di poco conto…

Obiettivi? Il Porta Romana, una delle società con più prospettive nel panorama fiorentino e non, deve avere una formazione Juniores ambiziosa. Stiamo gettando le basi per poterlo essere, insieme alla dirigenza decideremo chi trattenere del vecchio gruppo e dove andare a cercare quei giocatori che potrebbero fare al caso nostro. Ragazzi con motivazioni importanti, oltre alle necessarie qualità tecniche e agonistiche. Non parliamo di piazzamenti, ma sicuramente partiamo per migliorare il risultato della stagione appena conclusa.

Modulo di gioco? Non sono un integralista dei moduli, l’importante è impiegare i ragazzi nei ruoli a loro più congeniali. Credo che un allenatore sia prima di tutto un grande motivatore, deve sapere comunicare le proprie sensazioni alla squadra, trasmettere il proprio entusiasmo…

Il rapporto con la Prima Squadra? Le sinergie sono necessarie, oggi le Prime Squadre sono formate da 7-10 adulti e tanti ragazzi, a differenza di una volta quando i giovani erano un po’ relegati ai margini…»

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