Eurosport.com: “Da Gabriel a Lucas, c’è un altro Batistuta che vuole imporsi a Firenze”

ImageFirenze, 4 febbraio 2015 – L’articolo a firma di Stefano Dolci pubblicato sull’edizione italiana del portale Eurosport.com:

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Sono passati 15 anni dall’ultimo volta in cui Gabriel Omar Batistuta ha vestito la maglia numero 9 della Fiorentina eppure a Firenze il suo nome ancora emoziona e fa scendere la lacrimuccia a chi ha potuto vivere i nove anni in cui questo meraviglioso centravanti è stato l’incubo di tutte le difese della Serie A, mai come in quel periodo il campionato più competitivo e importante del mondo. “Firenze è stato tutto per me – ha dichiarato recentemente Batigol, che detiene il record di marcature in Serie A in maglia Fiorentina e a Firenze ha realizzato 207 reti in 331 partite vincendo una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e un campionato di Serie B – Ci ho passato quasi tutta la mia carriera e ci ho vissuto i miei migliori momenti. Arrivai a Firenze con mia moglie Irina e sono andato via con tre figli Thiago, Lucas e Joaquin”. Se il primogenito Thiago ha scelto di seguire solo in parte le orme di Gabriel, non intraprendendo mai la carriera di calciatore professionista ma preferendo diventare un affermato attore, Lucas invece da grande vuole fare l’attaccante proprio come il padre e per inseguire questo sogno e formarsi ha scelto proprio l’Italia e Firenze per iniziare. Da sei mesi Lucas Batistuta gioca nel Porta Romana, seconda realtà calcistica di Firenze dopo la Fiorentina, che milita nell’Eccellenza toscana e sogna di approdare per la prima volta nella sua ultracinquantennale storia in Serie D. A causa di problemi burocratici col permesso di soggiorno ha potuto debuttare solamente lo scorso 4 gennaio contro il Figline ma in questo primo mese di gara ufficiale ha già mostrato di avere la stoffa per diventare davvero un attaccante di professione.

SOGNANDO LA FIORENTINA – Per essere uno che ha iniziato a giocare a calcio da non più di quattro anni Lucas è certamente un prospetto interessante. Dotato di un destro non letale come quello del padre Gabriel ma indubbiamente capace di far male, Lucas dal papà ha imparato la generosità e il sacrificio, qualità che ne fanno un centravanti moderno in grado di dare manforte alla propria squadra anche in fase difensiva e di essere molto fastidioso nel pressing alto. Finora nelle quattro partite di campionato che ha disputato è partito titolare solamente una volta, contro la Castiglionese due settimane fa gara conclusasi con un successo per 2-0 del Porta Romana e in cui Batistuta è uscito tra gli applausi del pubblico dello stadio delle Due Strade che ha apprezzato la voglia e la grinta di questo ragazzo che al di là del cognome ingombrante dà sempre tutto in campo, provando a essere utile alla propria squadra non solo col gol. “La cosa che mi differenzia rispetto al babbo – ha raccontato recentemente alla Nazione – è la capacità di trovare la via della rete. Mio padre era micidiale in area di rigore, io devo migliorare tanto sotto questo punto di vista ma ogni giorno in allenamento do il massimo per crescere e affinare la mia tecnica. Ho iniziato a giocare a 14 anni prima nelle giovanili del Platense poi nel Colon e nel Boca Unidos. Non ho avuto tante possibilità, così ad agosto su consiglio di mio padre sono tornato in Italia. Non sento la pressione, né mi pesano i paragoni con Gabriel, che qui è ancora un idolo vero nonostante siano passati tanti anni”.

Già, di cosa sia stato Gabriel Batistuta per Firenze, il giovane Lucas se ne è reso conto quando lo scorso ottobre è venuto a trovarlo per qualche giorno e insieme a lui ha assistito dalla tribuna a una partita del Porta Romana: “Una volta sono andato all’allenamento insieme al babbo e c’era gente ovunque, addirittura qualcuno ha provato addirittura a salire sulla macchina, incredibile – ha dichiarato in un’intervista al Corriere Fiorentino – Per fortuna per strada nessuno mi riconosce e anche la società mi lascia crescere tranquillo senza pressioni. Che consigli mi dà Gabriel? Mi lascia tranquillo, mi dice solo che niente e impossibile, uno può essere bravo o meno, ma nel calcio serve cuore, grinta, impegno. Quelli ci devono essere sempre e esige sempre che esca dal campo avendo dato tutto”. Riguardo ai sogni a breve e lungo termine poco dubbi: “Mi auguro di vincere il campionato col Porta Romana e regalare alla società la storica promozione in D (la formazione toscana è quinta in classifica dopo 20 giornate a 5 punti dalla vetta e a quattro punti dal secondo posto che garantisce l’accesso ai playoff, ndr) e magari già in estate guadagnarmi una chiamata dalla Fiorentina. Vestire la maglia della squadra del babbo sarebbe un grande privilegio. So che ci sarebbe una grande pressione su di me però ormai ci ho fatto il callo a portare questo cognome. E poi nel calcio nessuna ti regala nulla. In alternativa mi piacerebbe avere una chance in Argentina magari nel Boca Juniors, la squadra del cuore mia e di mio padre. Perché tutto ciò si avveri però devo fare bene qui…”. In bocca al lupo, piccolo Bati.

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