Firenze, 4 aprile 2016 – Nuovo appuntamento con la seguitissima rubrica curata da Giacomo Grazzini: “Tutto il calcio minuto più… minuto meno. Il calcio ai tempi di Comunardo Niccolai”. Ecco il commento alla partita San Donato Tavarnelle-Porta Romana:
Rotterdam 31/5/1972
Come spettatori virtualmente seduti sugli spalti dello stadio di Rotterdam , rivisitiamo il secondo tempo della attesa finale di Coppa dei Campioni disputata nel maggio del 1972 , che vide di fronte , da una parte i favolosi “lancieri” dell’ Ajax di Amsterdam e dall’ altra l’ intrepida Inter allenata dal Mr. neo scudettato Giovanni ” Robiolina ” Invernizzi , allenatore protagonista della conquista dell’ ultimo campionato targato 70/71 .
Ed ecco le formazioni della due compagini schierate in campo dai rispettivi allenatori Kovacs ed appunto Invernizzi:
Ajax :
Stuy, Suurbier, Krol, Hulshoff, Blakenburg, Haan, Neeskens, Swart, Muhren , Cruijff , Keizer.
Inter :
Bordon , Bellugi , Facchetti, Oriali , Giubertoni ( sostituito già al 12 esimo del primo tempo da Bertini ) , Burnich , Jair , Bedin , Boninsegna, Mazzola , Frustalupi .
Il cammino dell’ Inter in coppa , per la verità, sino adesso , si e’ rivelato alquanto fortunoso, contraddistinto pure da un episodio che ha suscitato grande stupore ed incredulità tra gli amanti del calcio e gli addetti ai lavori .
Qualche mese prima, infatti, in occasione dell’ insidiosa trasferta di Monchenglandbach , contro i nero verdi del Borussia , valevole per gli ottavi finale della Competizione in questione , accadde che dopo appena 20 minuti di gioco , con la squadra nerazzurra già sotto per 2 a 1 contro gli scatenati tedeschi , per qualche misteriosa ragione che non può essere riconducibile solo al tasso alcolemico raggiunto dalla tifoseria locale , dal settore dei supporters del Borussia veniva scagliata una lattina ancora piena di Coca Cola , che andò a colpire forte la nuca del bomber Roberto Boninsegna , il quale in conseguenza del violento impatto subito , perdeva completamente i sensi accasciandosi al suolo come tramortito , con una evidente ecchimosi apparsa improvvisa sulla testolina prolifica del centroattacco nerazzurro , particolare medico da segnalare con forza , giusto per scongiurare le conseguenti e facili insinuazioni avanzate solitamente dai paesi di cultura nordica , e questa volta direi del tutto infondate , circa la nostra italica teatralità , già sfoggiata ahimè in passato in simili occasioni .
L’ arbitro francese , dal canto suo o forse sarebbe meglio dire, ” dal fischietto suo ” , appena recuperato ” il corpo del reato” , e con il ” Bonimba ” che veniva portato via mezzo svenuto in barella , non sapendo evidentemente quali fosse la corretta decisione da intraprendere in questi casi , entrava in un momento di completa confusione se non addirittura di panico procedurale , decidendo nell’ incertezza di proseguire comunque la partita , scatenando così le vibranti proteste di parte nerazzurra , che avrebbero voluto naturalmente la sospensione immediata della gara .
Con l’ Inter ormai però convinta della vittoria a tavolino per 0 a 3 , la partita finirà con una goleada a favore dei tedeschi , evidentemente del tutto sicuri del contrario, i quali seppelliranno la demotivata squadra nerazzurra per ben 7 reti contro 1 .
Non essendo contemplata nel regolamento federale una ipotesi simile , ancora a quell’ epoca evidentemente tutta da disciplinare , dopo una estenuante battaglia legale condotta dai togati delle due compagini, la commissione disciplinare dell’ UEFA , invece del più logico 0 a 3 a tavolino, opterà clamorosamente per far rigiocare nuovamente l’ incontro , come se nulla fosse accaduto , permettendo , purtuttavia , alla squadra nerazzurra , di proseguire ugualmente , nel suo impervio cammino europeo , fino al raggiungimento della finale , che è poi l’ oggetto giustappunto del mio racconto iniziale .
È così stasera qui a Rotterdam, a Mazzola e compagni , toccherà un impegno a dir poco proibitivo e cioè quello di affrontare in finale quel ” Mostro ” di corazzata che è l’ Ajax , squadra che è già ormai da tempo diventata famosa per aver ideato e praticato per prima nella storia del calcio mondiale il cosiddetto “calcio totale ” , gioco che rivoluzionerà da lì a poco il modo di concepire il calcio medesimo, trasformando con esso in una nuova filosofia di gioco , anche tutti i suoi vecchi stereotipi annessi e connessi .
Ma tutto questo, ricordiamocelo bene, , per i ” lancieri Rossocrociati” fu reso possibile solo e soprattutto grazie ai numeri e le prestazioni strabilianti da vero fuoriclasse sfoderate da quell’ artista del pallone che fu Joahn Cruijff , genio unico al mondo e vero leader carismatico della squadra , sia in campo che nello spogliatoio , capace su quel rettangolo color verde acceso , con il suo Ajax e con la nazionale color ” Oranje” d’Olanda, di poter imporre dovunque e con chiunque il suo ” calcio totale”.
Nel primo tempo, per la verità , l’ Inter se la cava pure benino , arginando per quanto possibile , grazie ad un solido catenaccio difensivo , alla “vecchia maniera” e grazie alle parate strepitose di un giovanissimo Ivano Bordon , gli attacchi straripanti ed indomabili delle furie Biancorosse alabardate, che dimostrano comunque a tutti , fin dal fischio iniziale, la loro indiscutibile superiorità sia tattica che atletica nei confronti dei loro più lenti ” meneghini” colleghi avversari .
Prova ne è che al terzo minuto della ripresa , a seguito di un cross effettuato dalla fascia destra da parte di Muhren , Bordon in uscita si scontra accidentalmente con Bellugi , con la palla che sfortunatamente gli passa oltre , finendo ahimè, dritta dritta sui piedi di Cruijff , il quale naturalmente approfittando del gentil dono concesso dai due incidentati e dopo aver ringraziato sentitamente , di destro colpisce e non perdona, piazzando la sfera nella porta ormai completamente sguarnita .
Nonostante il vantaggio acquisito , i “lancieri” continuano con il solito spirito aggressivo mostrato nel primo tempo ad attaccare riversandosi come un fiume in piena nella metà campo interista , dove Lele Oriali e “la sua vita da mediano” , fanno entrambi davvero una gran fatica a contenere la dinamicità e l’ estro creativo di Joahn Cruijff, che quando parte in velocità palla al piede , con i suoi dribbling e controdribbling , e’ capace di saltarne pure tre in un colpo solo .
Il Knock out , comunque, arriva puntuale ed inevitabile ad un quarto d’ ora dalla fine della gara , su di un calcio d’ angolo battuto dalla sinistra , sul quale si avventa di testa , ancora lui , Cruijff, che con un’ incornata vincente , trafigge l’ incolpevole Bordon , indirizzando la palla proprio sotto la traversa , e portando così il vantaggio dei “lancieri” a due reti contro nessuna dei subissati nerazzurri , risultato quest’ultimo che accompagnerà la partita fino al triplice fischio finale.
La morte di Cruijff avvenuta in questi giorni, e cioè il 24 Marzo 2016 per l’ esattezza , per un male incurabile che lo accompagnava già da tempo , ha gettato nel dispiacere ogni sportivo di ogni angolo della terra , proprio in relazione al contributo sportivo ed umano che questo talentuoso giocatore ha saputo offrire al calcio moderno , durante la sua acclamata esistenza professionale davvero intensa , dapprima come giocatore strabordante di estro indiscutibile e poi come allenatore di successo , unitamente alla sua forza comunque imprescindibile dal resto , con cui ha saputo difendere in ogni circostanza ed affermare dentro e fuori il mondo del calcio i suoi saldi principi etici e morali .
Si narra , per esempio, come dopo il secondo posto ottenuto ai Mondiali del ‘ 74 in Germania, ed in occasione dei successivi in Argentina nel 78 , egli si rifiutò di partecipare alla spedizione mondiale , giusto per promuovere il suo dissenso contro il sanguinario regime militare del dittatore argentino Videla.
Morale della favola , l’ Olanda perse anche la sua seconda finale consecutiva e questa volta proprio contro la ” Blanco celeste” Argentina , squadra stavolta ricca di talenti e particolarmente caricata al massimo da una suprema ragione di stato.
Naturalmente tale bruciante sconfitta di Buonas Aires , fu subito imputata in patria proprio al grande rifiuto dettato senza possibilità di appello dal loro giocatore simbolo , il quale poi qualche anno dopo, però , smentì la ragione spiegata inizialmente ai mas media , adducendo invece una non ben giustificata ragione di tipo motivazionale personale .
Anche nella scelta del Club spagnolo , che dopo il meraviglioso periodo d’ oro dell’ Ajax, avrebbe dovuto accogliere per i successivi anni le sue preziose prestazioni da calciatore , al “filo Franchista ” Real Madrid egli con estrema determinazione, preferì il più autonomo club catalano del Barcellona FC , società quest’ ultima , in cui avvenne in seguito la sua consacrazione, dapprima come giocatore e poi come allenatore di successo , società in cui si consolidò tutto il suo prestigio , per aver saputo così ben irradiare in tutto il pianeta il suo ” Calcio totale” .
La sua ” Arancia Meccanica ” d’ Olanda , meccanismo perfetto del resto , anche se non vinse mai un titolo mondiale , detenne un record molto particolare , che non fu mai eguagliato , e cioè fu la prima ed unica squadra che in una finale mondiale sia riuscita a far goal senza far mai toccare palla agli avversari dal fischio inizio .
Accade tutto ciò ai mondiali tedeschi del 74 , dove nella finale di Monaco di Baviera , contro la Germania occidentale , dall’ istante del calcio d’ inizio , battuto proprio da Cruijff, gli olandesi riuscirono a mantenere il possesso di palla , come da loro tradizione, fino al tredicesimo passaggio consecutivo , allorquando la sfera non capito’ nuovamente sui piedi di Cruijff, che con una serpentina micidiale , partendo in progressione da centrocampo , dopo aver saltato ben due avversari di fila , entrò in area di rigore , dove a stretto contatto col suo marcatore Vogts , fu platealmente steso a terra da Hoeness .
Rigore ineccepibile quindi quello fischiato dal direttore di gara britannico , realizzato poi con una esecuzione perfetta del centrocampista Neeskens con un tiro secco indirizzato alla destra del portiere tedesco Sepp Maier .
In veste di allenatore, invece , come non ricordare le affermazioni ottenute dai “Blaugrana” del Barcellona ai danni della Sampdoria di Boškov, in Coppa delle Coppe nell’89 e in Coppa dei Campioni a Wembley nel ’92 .
Insomma Cruijff , insignito per ben tre volte del “pallone d’oro” , per tre volte vincitore della Coppa dei Campioni , e poi vice campione del mondo in Germania nel ‘ 74 con la sua nazionale , dapprima fu considerato dagli esperti di tutto il mondo come il giocatore europeo più forte del 20esimo secolo, per poi essere eletto ancora una volta da una giuria internazionale , come il secondo giocatore più bravo di tutti i tempi , superato per meriti solo dal grande ” O Rey” Pelé .
E non è un caso che Cruijff fu soprannominato dai più , come ” Il Pelé bianco “, perché proprio come il campione brasiliano , lui era in grado di capire anzitempo, e cioè con una frazione di secondo in anticipo , le mosse del suo diretto avversario , tanto che le sue progressioni assomigliavano spesso ad una gara di slalom speciale , dove lui era lo sciatore lanciato sulla pista e gli avversari i relativi paletti , posti inutilmente lungo il suo bianco cammino .
E quindi dopo aver giustamente omaggiato le gesta del grande Cruijff , passiamo adesso a raccontarvi le vicende odierne di un’ altra squadra , e cioè il Porta Romana , che come i Paesi Bassi anch’ essa ormai da sempre veste lo stesso color Arancio , che appunto fu dei Tulipani d’Olanda, che come abbiamo raccontato furono grande protagonisti negli anni settanta di quel “calcio totale” , modello di gioco che si affermò a livello mondiale.
Ore 15,31 . Nel bel mezzo dei meravigliosi vigneti giacenti sulle dolci colline a sud di Firenze , all’ interno del recuperato impianto sportivo in quel di San Donato in Poggio , dopo aver rispettato un minuto di doveroso silenzio in memoria del grande Cesare Maldini , si parte in quella che si prospetta debba essere una gara fondamentale, sia per la permanenza della nostra compagine nella categoria d’ Eccellenza , sia per mantener ancora vivo da parte dei locali , e cioè il San Donato Tavarnelle , quel sogno di una promozione diretta in serie D , che poi sarebbe un ritorno.
Ma già al 7mo minuto e’ il Porta Romana che si metta pericolosamente in grande evidenza su di un cross pennellato da Chiarelli sotto porta , sventato però all’ ultimo istante da un difensore locale , che con un colpo di testa provvidenziale , anticipa di un niente l’ intervento a colpo sicuro di un Santini sopraggiunto con istinto vorace da tergo .
Al 10 mo minuto ecco la reazione d’orgoglio dei padroni di casa , i quali a seguito di una respinta corta proveniente dalla nostra difesa , con Calonaci da fuori area scagliano un tiro secco che sfiora di un niente il montante alla sinistra di Cecchi .
Al 14 mo minuto , ecco l’ episodio cruciale che sbloccherà il risultato , segnando profondamente il proseguo dell’ incontro .
A seguito di un cross partito insidioso dal piede sinistro di un ispirato Chiarelli , anche oggi protagonista in versione trequartista , e dopo un batti e ribatti sviluppatasi confusamente all’ interno dell’ area di rigore del San Donato Tavarnelle , Torrini a pochi passi dalla porta avversaria , calcia a botta sicura un tiro secco , sulla cui traiettoria si avventa reattivo l’ esperto numero uno dei giallo blu Mandorlini, che intercetta ma senza trattenere quella sfera , la quale, sfuggendo come una saponetta dai suoi guantoni , rotola beffardamente nell’ angolino basso , pertugio ricavato tra di lui , e cioè il portiere ed il palo posto alla sua sinistra .
Al 22 minuto , ancora su di un cross ben disegnato dal mancino di Chiarelli , Santini di testa sfiora il raddoppio, indirizzando la sfera a fil d palo , con l’ incolpevole Mandorlini che osserva la palla andar via lontano tirando un sospiro di sollievo per il pericolo appena scampato .
Al 25 minuto , ecco in arrivo l’ altro episodio che spianerà ancor di più al Porta Romana la strada verso la meritata vittoria .
A seguito di una azione che terminera’ la sua corsa tranquillamente in fallo laterale , il “giovane” Vecchi viene clamorosamente scaraventato dal suo diretto marcatore Qehajaj contro la recinzione eretta a sostegno della rete di delimitazione del rettangolo di gioco , atto gratuito e pericoloso quello compiuto a palla lontana dal difensore gialloblù che gli servirà solo a fargli guadagnare anzitempo la via degli spogliatoi .
Al 32 minuto su di un traversone effettuato stavolta da Torrini ,il ” giovane ” Vecchi di testa da pochi passi spedisce di poco alto sulla traversa una ghiotta occasione .
Poi solo schermaglie accadono tra le due squadre almeno fino al minuto 88 , allorquando l’ attaccante del San Donato Panarelli dal limite dell’area , spara un bolide che sibila vicino al palo alla destra di Cecchi , sfiorando, ma non realizzando, l’ ultima e forse l’ unica grande occasione avuta dal San Donato in tutta la sua partita per raggiungere quello che sarebbe stato , a mio modo di vedere , un immeritato pareggio.
In definitiva vittoria strameritata e davvero convincente quella conquistata dalla nostra squadra del cuore ai danni della “seconda” in classifica , vittoria quella odierna maturata alla fine di un incontro che è stato disputato su di un terreno di gioco , che fin dalla vigilia della sfida in questione si preannunciava estremamente insidioso per la nostra compagine arancionera .
Ma il Porta Romana, dopo un lungo e sotto certi aspetti inspiegabile periodo di crisi , ha ritrovato finalmente una condizione di salute ottimale che fa ben sperare per il raggiungimento della salvezza finale ancora tutta da conquistare nelle ultime due decisive e restanti partite del campionato ancora da affrontare .
Quindi bene così e avanti tutta senza abbassare la guardia mi raccomando !
Buona settimana G